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Integrazione - Inclusione

AZIONI DELLA SCUOLA PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA

L’inclusione nell’educazione implica:

  1. Valorizzare in modo equo tutti gli alunni e il gruppo docente.
  2. Accrescere la partecipazione degli alunni rispetto alle culture, ai curricoli e alle comunità sul territorio.
  3. Riformare le culture, le politiche educative e le pratiche nella scuola affinché corrispondano alle diversità degli alunni.
  4. Ridurre gli ostacoli all'apprendimento e alla partecipazione di tutti gli alunni, non solo delle persone con disabilità o con bisogni educativi speciali.
  5. Considerare le differenze tra gli alunni come risorse per il sostegno all’apprendimento, piuttosto che come problemi da superare.
  6. Promuovere il sostegno reciproco tra scuola e comunità.

La norma (C.M. 8/2013) afferma che il PAI (Piano Annuale Inclusività) deve servire per la rilevazione, il monitoraggio e la valutazione del grado di inclusività di una istituzione scolastica, dal quale ricavare indicatori realistici per il miglioramento.

Questa operazione è definibile come autoanalisi d’istituto per il miglioramento, relativa alla qualità dell’inclusione.

Risorse professionali interne coinvolte

1)      Docenti di sostegno:  L’insegnante per le attività di sostegno è un insegnante (di norma specializzato) assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di inclusione. Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con disabilità ma una risorsa professionale assegnata alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza comporta. Le modalità di impiego di questa importante, ma non unica risorsa, vengono condivise tra tutti i soggetti coinvolti (scuola, servizi, famiglia) e definite nel Piano Educativo Individualizzato. 

 

2)      Docenti curricolari: Ogni insegnante ha piena responsabilità didattica ed educativa verso tutti gli alunni delle sue classi, compresi quindi quelli con disabilità. Dovrà contribuire alla programmazione e al conseguimento degli obiettivi prefissati, didattici e/o educativi, e sarà chiamato a valutare i risultati del suo insegnamento. Poiché l’alunno con disabilità segue dei percorsi di apprendimento personalizzati e/o individualizzati, i reali compiti del docente di classe vanno necessariamente definiti nel quadro di un Piano Educativo Individualizzato. La precisa formulazione degli obiettivi da parte di ciascun insegnante garantisce la chiara definizione delle attività anche per l’alunno con disabilità e nei confronti della famiglia e degli altri soggetti coinvolti in eventuali forme di supporto logistico/organizzativo. 

 

3)      Dirigente Scolastico: È responsabile dell’organizzazione dell’integrazione degli alunni con disabilità e della vigilanza sull’attuazione di quanto deciso nel Piano Educativo Individualizzato. L’organizzazione comprende l’assegnazione degli alunni con disabilità alle varie classi, la definizione degli orari, la pianificazione degli incontri di progettazione, la gestione di tutta la documentazione formale e, in generale, il coordinamento delle varie attività che richiedono la collaborazione di più soggetti. Il Dirigente Scolastico ha inoltre il compito di promuovere e incentivare attività diffuse di aggiornamento e di formazione, di valorizzare progetti che attivino strategie orientate a potenziare il processo di inclusione, di presiedere il GLI d’istituto, di indirizzare in senso inclusivo l’operato dei singoli Consigli di classe/interclasse, di coinvolgere attivamente le famiglie, di curare il raccordo con le diverse realtà territoriali, di attivare specifiche azioni di orientamento per assicurare continuità nella presa in carico del soggetto, di intraprendere le iniziative necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche. 

 

4)      Personale ATA: Ai collaboratori scolastici è affidata la cosiddetta "assistenza di base" degli alunni con disabilità. Per assistenza di base si intende l'ausilio materiale agli alunni con disabilità all’interno della scuola, nell'accesso dalle aree esterne alle strutture scolastiche e nell'uscita da esse. Sono comprese anche le attività di cura alla persona, uso dei servizi igienici e igiene personale dell'alunno con disabilità. In una scuola inclusiva l’assistenza di base è parte fondamentale del processo di integrazione scolastica e attività interconnessa con quella educativa e didattica. Il collaboratore scolastico partecipa quindi al progetto educativo e collabora con gli insegnanti e la famiglia per favorire l’integrazione scolastica (CM 3390/2001).

 

5)      Assistenti all’autonomia e alla comunicazione: l'integrazione scolastica si avvale anche di altre figure professionali fornite dagli Enti Locali (Comune di residenza dell’alunno). Gli "assistenti ad personam” e gli "assistenti alla comunicazione" sono figure professionali, nominate dagli Enti Locali, presenti a scuola, a supporto dell’alunno con disabilità, per consentirgli di frequentare le lezioni in modo adeguato. La figura assistente ad personam è riferita prevalentemente - ma non esclusivamente - agli alunni con disabilità di tipo fisico e conseguenti problemi di autonomia, mentre l’assistente alla comunicazione si occupa degli alunni con disabilità sensoriale. Essi hanno principalmente il compito di consentire all’alunno di fruire dell’insegnamento impartito dai docenti.

 

 

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

Gli interventi educativi sono organizzati secondo le seguenti modalità:

- impiego della risorsa “insegnante di sostegno”, laddove sia possibile,  anche per gli alunni con BES nella stessa classe con l’alunno certificato;

- continuità del docente: si cercherà di mantenere la continuità del docente di sostegno assegnato alle classi in cui sono presenti alunni con disabilità;

- progetto di alfabetizzazione (aree a forte processo immigratorio) per piccoli gruppi di alunni stranieri neo arrivati o che necessitano di un rinforzo nella lingua italiana;

- impiego degli educatori delle cooperative operanti sul territorio per gli alunni disabili che necessitano dell’affiancamento di tale figura

- collaborazione con enti specializzati per gli alunni con disabilità sensoriale (Centro per l’integrazione dei non vedenti e Ente Nazionale Sordi).

 

Rapporti con soggetti esterni

1)      Unità di valutazione multidisciplinare: L’Unità Valutativa Multidisciplinare (UVM) si occupa della valutazione di bisogni di tipo complesso, qualora si manifesti una compresenza del bisogno sanitario e sociale. Questa valutazione, a cui partecipano anche il medico o il pediatra di famiglia e l’assistente sociale, ha il fine di individuare, nell’ambito delle risorse disponibili, quali siano gli interventi che meglio rispondono alle effettive esigenze della persona. 

 

2)      Associazioni di riferimento:

-         COOPERATIVA “FUTURA” (Progetto Tuttinsieme, Ribes…),

-      Servizio CAG in collaborazione con l’Oratorio di Bovezzo per Scuola Primaria e   Secondaria, tutti i pomeriggi.

-        Grest estivi in collaborazione con l’Oratorio e il Comune.

3)      Rapporti con Scuole Polo per l’inclusione territoriale:  Le Scuole Polo si occupano della formazione triennale di ambito (L.107/2019). L’IC Bovezzo appartiene all’ambito 6 (Brescia e Val Trompia)

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